Gli incontri sono senza dubbio una delle cose più belle che il cammino regala. Scambiare due parole, camminare insieme, condividere qualche giornata di cammino con gente che arriva da ogni angolo della terra e che il destino ha fatto incrociare sulla medesima via, è davvero unico e irripetibile.
L'Incontro
La pioggia smise di cadere poco prima dell’imbrunire.
L’uomo rannicchiato vicino al grosso tronco iniziò a togliersi lentamente il mantello
– poncho - parapioggia. La pioggia era caduta per un’ora, più o meno intensa, a folate
accompagnata da un vento stranamente tiepido.
L’uomo si rese conto che nonostante si fosse coperto a dovere l’umidità di quella
pioggia gli era entrata fin negli indumenti più interni. Si sentì preso da una sorta di
fastidio, insofferenza improvvisa.
Non voleva prendere un malanno.
Non in quel
momento, non in piena estate.
Si tirò su un poco dalla posizione rannicchiata, si tolse il poncho e lo sbatté all’aria
per scrollarlo dall’acqua.
Poi lo posò su un pezzo di legno che emergeva da un
gruppo di rocce e sassi ammonticchiati li accanto nella speranza che si asciugasse in
fretta. Poi finalmente si mise in posizione eretta, stirandosi a dovere. Le gambe gli si
erano irrigidite: era restato troppo a lungo raggomitolato sotto quel riparo di fortuna.
Lentamente l’uomo si mise a dondolare avanti e indietro per permettere al sangue di
rifluire nel corpo indolenzito. Faceva questo mentre fissava l’orizzonte dietro a lui.
Sapeva, perché lo aveva calcolato, che quello che stava aspettando non avrebbe
tardato ad arrivare. Il rifugio era ad appena cinque chilometri e avrebbe voluto farli in
compagnia camminando.
Per questo si era fermato ad aspettare.
La giornata aveva minacciato pioggia in continuazione, ed alla fine era arrivata
proprio nel momento della sua decisione di fermarsi e soprattutto dove non c’erano
ripari decenti. La bicicletta in piedi sul cavalletto l’aveva coperta con un paio di
sacchetti di plastica, quelli della spesa, ne teneva sempre un paio di scorta per
emergenza. Velocemente aveva fasciato il sellino, il manubrio con la borsetta e
soprattutto gli ingranaggi che non era il caso prendessero troppa acqua.
Le borse
posteriori erano impermeabili e non se ne occupò. Appena in tempo che il primo
scroscio d’acqua arrivò quasi d’improvviso. Lui invece era riuscito ad infilarsi il
poncho rannicchiandosi sul ciglio del sentiero in un angolino, una specie di buco,
ricavato da un grosso tronco d’albero abbandonato da tempo ed addossato ad un
cadente muretto a secco. Riparo precario anche a causa dello sferzare del vento che
portava nuvole sottili di acqua tiepida e che si intrufolava dappertutto nonostante il
grande poncho.
Gli incontri, gli appuntamenti sono importanti sul Cammino. Per giorni si cammina,
si pedala, si vagabonda per i sentieri e le strade da soli, senza il bisogno di parlare.
Soli con i propri pensieri e i propri sogni.
E quando per caso si incontra qualcuno è
festa. Si scambiano allegri saluti, poi impressioni e commenti sulla giornata di
cammino. Si cercano perfino i motivi di quell’andare quasi senza meta se non la
ricerca del rifugio quotidiano. Si scambia cibo, acqua, alle volte anche del vino. Oh
sì, si ricordava bene di quel camminante francese con le due borracce: una con
l’acqua per dissetarsi e l’altra con il vino, quello buono, per festeggiare gli incontri o
per riscaldare le serate fresche delle meseta.
Alle volte basta solo la compagnia per un pò di strada o darsi appuntamento in
qualche punto del Cammino. Ritrovarsi, anche per poco tempo in un paese, in una
chiesa, in un rifugio. Poi ognuno riprende il suo passo.
Adesso l’uomo è sicuro che l’altro arriverà perché vede la sua figura diventare
sempre più grande all’orizzonte rischiarato dal sole del tramonto. Arriverà, si
incontreranno, si cercheranno con lo sguardo e parleranno delle esperienze del
giorno, delle difficoltà, di quella pioggia quasi discreta nella sua forza ma invadente
come solo certe piogge spagnole sanno essere. Si racconteranno dei luoghi
attraversati, della stanchezza, della gioia dell’andare. E della solitudine di questo
Cammino che attraversa lande così urbanizzate che non si capisce come mai la
presenza umana sia così poca cosa. Di quell’andare su e giù, per strade, sentieri,
monti e colline. Un su e giù senza fine che corrode i muscoli e la volontà a
continuare. Ridendo si confideranno: al prossimo paese prendo il treno, il bus, mi
faccio caricare da una macchina.
Ed invece no! L’orgoglio è più forte della stanchezza, della monotonia di quel toboga
di sentiero.
Parleranno di questo e d’altro. L’importante é che per un tempo breve della loro vita
sul Cammino si sia in compagnia a parlare, ridere, magari con un bicchiere di vino in
mano.
(Cammino Francese 2004)
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Le guide: La via Francese - La via del Norte - La via de la Plata>>>
(di Riccardo Latini)
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