il mio cammino d'inverno.
PREMESSE:
Quando per la prima volta ho aperto il sito di Luciano sul Camino non avrei mai pensato che un giorno vi avrei collaborato con gioia, era tanto che mi frullava in testa l’idea di cimentarmi in questa impresa e navigando in internet cercavo notizie che rendessero più vicino il momento in cui sarei veramente partita. Sono una donna di cinquant’anni che ha sempre amato camminare specialmente in montagna fino al punto di trasferirmi dalla nebbiosa pianura padana per vivere in un paesino delle Dolomiti per essere vicina ai miei "amori di roccia". Ho fatto bellissimi trekking in Himalaya, circoambulato la montagna delle montagne, il sacro Kailash in Tibet, esplorato le Alpi ma il Camino era qualcosa di diverso, era la combinazione del mio interesse per un periodo della storia d’Europa che mi affascina, sono una "fan" di San Francesco, e il mettermi alla prova su una lunga distanza, fatta non solo di montagne ma anche di grandi pianure in un paese che non mi ha mai particolarmente attratto, essendo idealmente molto più connessa con l’oriente. Così per mesi ci ho pensato, a dire il vero l’estate di lavoro mi aveva vista progettare un trekking in Himalaya con delle amiche naufragato alla fine d’agosto quando un caro amico nepalese mi ha sconsigliato di andare in Nepal in novembre in concomitanza con delle turbolente elezioni locali. Così il Camino, che pensavo di fare in primavera, si è fatto più vicino e a settembre nella mia mente ha preso il posto di qualsiasi altra idea….dovevo partire per la Spagna, il tempo era giunto con un urgenza interiore che ancora non mi spiego se non comprendendo che l’averlo fatto mi ha segnato così profondamente da condizionare le mie scelte di vita presenti facendomi vedere l’urgenza di ulteriori cambiamenti e migrazioni.
L'’inverno non mi ha mai spaventato, sono nata d’inverno e soffro il caldo molto più del freddo e a chi mi diceva che novembre non era il periodo migliore per compiere il Camino ribattevo che i cieli grigi, la pioggia e forse la neve che mi aspettavano mi avrebbero fatto capire più profondamente cosa viveva un vero pellegrino del lontano passato. Sapevo anche dell’ammasso di gente che negli ultimi anni aveva affollato quei sentieri d’estate e volevo godermi la solitudine che mi aspettavo regnasse "nel periodo meno favorevole dell’anno". Così sono partita da sola il 29 ottobre lasciando le mie montagne all’alba con il termometro che segnava zero gradi….non poteva essere più freddo in Spagna!
Quello che segue è il mio diario scritto tutte le sere con una regolarità quasi maniacale, regolarità che non mi è tipica ma che sul Camino è divenuta una sorte di mio piccolo rituale. Questo diario non vuole essere niente di oggettivo è semplicemente la mia esperienza che spero possa far venire la voglia a qualcun altro di mettersi uno zaino in spalle e….camminare.
Le motivazioni , i sogni, le aspettative della partenza si trasformano, le paure svaniscono e quelli che si era a St. Jean Pied de Port non si è più a Santiago come del resto succede nella vita anche se, nella confusione dei mille interessi e dei mille sentieri della vita stessa non riusciamo a vedere; sul Camino tutto si semplifica perché l’attenzione si focalizza sul corpo, sulla fatica, su gli incontri facendo divenire ogni giorno un universo a sé. Auguro a tutti coloro che mi leggeranno di volere e potere vivere un’esperienza così intensa mettendomi a loro disposizione se pensano che la mia esperienza possa essere loro d’aiuto.
29/30 ottobre
partenza - Lourdes- St. Jean Pied de Port.
A Trento, alla partenzaAlle 9.00 sono a Trento, splende il sole, corro su e giù per il centro alla ricerca delle ultime due cose che mi servono assolutamente: La guida al Camino e i tappi di gomma per le mie bacchette da trekking, trovate! Peso lo zaino in stazione, 14 kg. decisamente troppo, gli scarponi non li ho indosso e mi consolo pensando che sono loro a pesare, non ci credo ma faccio finta di crederlo. Ore 12.00 salgo sul treno per Milano e incontro due ragazzi americani che girano per l’ Europa. Mi piace parlare con loro sono già nell’atmosfera del viaggio, sono di nuovo la nomade del mondo la mia casa è lo zaino, sono sola ma mai veramente sola perché sono aperta a tutto ciò che incontrerò, è una sensazione che conosco bene, è la perdita di un’identità che è fatta di quello che gli altri pensano che tu sia più di quello che sei veramente e quello che tu sei è una viaggiatrice e ben presto una pellegrina! Con uno dei ragazzi che ha occhi marroni fondi e dolci, parliamo di spiritualità, si appunta i titoli di libri che hanno segnato la mia vita e che spero gli siano d’aiuto nel suo cammino, è l’incontro con la gioventù e la freschezza e mi da tanto, il mio viaggio incomincia con lui.
Ore 15.10 mi imbarco sul treno per Nizza ed inizio a leggere la Guida….ma ce la farò? Non sto sopravalutando le mie forze? A Ventimiglia mi prende l’ansia è buio e sono stanca, non ho preso la cuccetta per risparmiare e avrei voglia di stendermi " ma no !" E’ la solita voglia di tornare indietro che mi viene tutte le volte che parto, lo so che è un gioco perfido della mente e mi accuccio nel mio scomodo posto aspettando che se ne vada. A Nizza l’ultimo trasbordo poi una lunga notte e finalmente Lourdes dove ho deciso di fermarmi prima di prendere il treno per Bayonne e poi per St. Jean Pied de Port. |